sabato, dicembre 29, 2007

Dominazione dei Grigioni

Quello che quasi nessuno sa è che la Valtellina è stata per quasi trecento anni una specie di colonia, vale a dire "terra suddita" del libero Stato delle Tre Leghe, oggi Cantone dei Grigioni. Quindi è appartenuta più a lungo ad uno stato alpino indipendente che non all'Italia.

I valtellinesi non ricordano questo periodo come un momento felice della loro storia. La venalità delle cariche pubbliche, come era abitudine in tutti gli Stati dell'epoca, portava a vedere i Grigioni come rapaci dominatori che cercavano di guadagnare il più possibile dalla carica acquistata con l'imposizione di tasse vessatorie. A ciò si aggiungeva la questione confessionale: i Grigioni avevano infatti aderito per una percentuale maggioritaria alla fede riformata, mentre la Valtellina era rimasta fedele alla religione cattolica, anche se non mancavano nicchie di protestanti, soprattutto tra le famiglie nobili.

L'unico episodio ricordato dai libri di storia è quello del Sacro Macello, un ossimoro che ricorda una tragica "Notte di San Bartolomeo" nostrana, durante la quale alcune centinaia di protestanti vennero massacrate. L'episodio si inserisce nelle complesse vicende della Guerra dei Trent'anni, e fece in modo che la Valtellina venisse riunita per un ventennio al Ducato di Milano e passasse sotto il dominio degli Spagnoli.

Le migliori risorse online su questo argomento si trovano sul sito del progetto interreg del Castello Masegra: si va da saggi specialistici a parti più divulgative. Un ottimo lavoro è stato fatto anche da una classe di studenti di Sondrio che hanno prodotto una narrazione sulla Dominazione dei Grigioni in Valtellina che con tono divulgativo ed accattivante racconta questi tre secoli di storia.

venerdì, dicembre 28, 2007

Skipass scontati Santa Caterina Valfurva



Eccoci a Santa Caterina. Tempo bello, ma ovviamente è freddo, come sempre a Santa.

Dopo le esperienze precedenti , tanto per vedere di fare quattro conti, avevo scritto all'ufficio skipass che mi ha risposto nel giro di 24 ore.

Doppia sorpresa: quest'anno i residenti in provincia di Sondrio hanno la bellezza del 50% di sconto: giornaliero per adulti a €16 e per bambini fino a 14 anni a €13.50; e c'è pure la promozione mamma/papà bambino fino alla seconda elementare: da 3 giorni in su il genitore paga, il bambino no, e questo vale per tutti locali, italiani e stranieri.

Anche quest'anno non c'è molta neve, ma meglio dell'anno scorso. Si scia bene, soprattutto nella splendida valle dell'Alpe, che qualcuno ha voluto ribattezzare con la solita esterofilia kitch Sunny Valley. Mi auguro che questo nome faccia la stessa fine delle vasche di Venere a Bormio, ribattezzate col nome originale di "vasche delle pecore" dal dialetto "vasca de li bescia". Il recupero dell'onomastica originale è ecologicamente compatibile con il turismo.

domenica, dicembre 16, 2007

Domenica sulle piste di Aprica

Domenica 16 sulle piste da sci. Tempo splendido, un po' freddo, poco vento. Partiamo in 6 con il pullmino, ovviamente 5 bambini e un adulto.
All'Aprica fanno degli sconti per i residenti in Valtellina e Valcamonica per cui ce la caviamo con 18 € a testa per il giornaliero, totale 118€ per un adulto e 5 bambini. Non male.
Chiedo alla signora che vende gli skipass come mai sul sito della società non ci fosse nulla, e mi risponde che i milanesi si arrabbiano se vedono che i locali hanno tariffe agevolate e non pagano come loro. Le faccio notare che ormai da almeno 10 anni nessuno su un aereo paga lo stesso prezzo per lo stesso servizio... insomma ognuno è libero di fare il marketing che crede

Saliamo al Baradello e la pista Panoramica è perfetta... peccato ci si fermi alle Bratte. La neve purtroppo è poca e hanno fatto miracoli, sparando all'impazzata. Giriamo tutti e tre i comprensori. Al Palabione fa freddo, è tutto in ombra; in Magnolta il sole è fantastico però c'è un po' di vento e a meno 8 si sente! Devo dire che sono stati di parola: finalmente hanno aperto il collegamento in quota tra Magnolta e Palabione. La cosa più bella è che si riesce a scendere in paese con gli sci.

Speriamo che nevichi.

sabato, dicembre 15, 2007

Skipass Valtellina

Arriva dicembre, la neve e la voglia di sciare. Decido di dedicare qualche ora alla ricerca sui vari siti delle società di impianti di risalita, per capire che cosa convenga comprare per andare a sciare con la mia famiglia.
Mi rendo conto che la mia situazione non è precisamente una situazione standard, ma proprio per questo faccio i conti con i costi di quello che è il mio sport preferito.

Pia illusione.
Purtroppo non mi è possibile riuscire a raccapezzarmi e a capire che cosa vogliano dire espressioni tipo "SCONTO 25% sulla tariffa normale giornaliera e pomeridiana", se vengano applicate anche alle normali tariffe per bambini o solo a quelle per adulti; se ci siano ancora gli sconti per i residenti come l'anno scorso, oppure no. Se gli sconti siano per i residenti nella comunità montana, nella provincia, nel comune o dove. Eppure internet lo so usare mica male.

Allora mi reco all'Ufficio Provinciale del Turismo, ex APT, dove una ragazza cortese allarga le braccia e mi dice che nemmeno loro sono riusciti ad avere un quadro completo della situazione sul territorio provinciale.

Tre anni fa ho acquistato ben quattro skipass stagionali validi in tutte le stazioni della provincia, uno per me a € 400 e tre per i miei bambini a € 300 (link), e scusate se è poco. Oggi il provinciale non c'è più, c'è solo il regionale (tanto scio solo in provincia) che costa € 600 per gli adulti e €480 per i bambini (link)... con un aumento medio di oltre il 50% in tre anni. Mica male.
E poi gli operatori del settore si lamentano che c'è una disaffezione allo sci. Ormai in bassa stagione alcuni aprono gli impianti solo durante il fine settimana.

Qualche anno fa in Valmalenco avevano lanciato i giovedì pomeriggio a 1 euro per i bambini delle elementari: peccato che le elementari della zona facciano i rientri al pomeriggio al giovedì, mentre le associazioni tipo il CAI organizzino i pullman al lunedì e al mercoledì quando i rientri non ci sono. Oggi niente.

Insomma, capisco che lo stagionale non fa per me e vado a sciare lo stesso al Palù con tre bambini. Provo a chiedere informazioni sugli sconti allo sportello della biglietteria, chiedo di darmi un foglio con scritti i prezzi per fare i conti tranquillamente a casa ma non ce l'hanno, chiedo per cortesia di scrivermeli e per poco non vengo linciata da una folla inferocita in coda.

Per fortuna la giornata è splendida, con neve quasi primaverile e piste impeccabili. Costo dei biglietti per un adulto e 3 bambini 89 Euro.


mercoledì, agosto 01, 2007

Il passo del Muretto itinerario di montagna e di fede

Era da tempo che desideravo salire fino al passo del Muretto, il valico della Valmalenco che dalla dolce piana di Chiareggio giunge fino al Maloja, dividendo il gruppo del Bernina da quello del Disgrazia. La curiosità era nata da tante citazioni, storiche, alpinistiche e anche di vita vissuta. E' infatti uno di quei passi alpini usati dai contrabbandieri negli anni cinquanta e sessanta, prima che il boom economico e quello turistico mettessero fine con gli anni settanta a questa discussa forma di economia di sussistenza e alle tragedie degli spalloni.

La curiosità è stata accresciuta da un progetto sul quale avevo lavorato a lungo durante l'inverno, vale a dire un lavoro storico sul periodo della Dominazione dei Grigioni in Valtellina. Il passo del Muretto era infatti la via più breve tra Coira e Sondrio, tra la capitale del libero stato delle Tre Leghe e il capoluogo di quella "terra suddita" che aveva occupato.



Già in primavera eravamo saliti fino all'Alpe Oro, uno splendido balcone panoramico sul ghiacciaio del Ventina, ed avevamo ammirato una fioritura di crochi che imbiancavano i prati. Erano quelle calde giornate di aprile che ci facevano presagire e temere un'estate torrida, dopo un inverno fin troppo mite.


Finalmente un giorno di fine luglio è arrivata l'occasione giusta. Alcuni amici organizzavano la salita al passo per ricordare l'arciprete di Sondrio Nicolò Rusca, rapito da una banda di soldati grigioni che lo condussero a Thusis dove morì sotto tortura nel 1618, lo stesso anno in cui scoppiò la tormentata guerra dei Trent'anni, ultima grande guerra di religione che sconvolse le campagne di mezza Europa.

La salita al passo è stata piena di suggestioni. Guardavo la strada che si snodava nel bosco salendo con dolci tornanti, il panorama grandioso dei ghiacciai, il cielo terso di una fredda giornata di fine luglio, fine luglio proprio come quando Nicolò Rusca salì il passo legato ad un mulo per recarsi al martirio. Dopo l'Alpe Oro il sentiero si stringe: la strada militare lascia il posto alla vecchia strada commerciale. Sopravvivono in alcuni punti dei tratti di selciato, coperto troppo spesso purtroppo dalle frane e dalle slavine che si staccano d'inverno. L'incuria moderna ha fatto il resto... e pensare che il passo veniva utilizzato anche in inverno.


Altra suggestione. Due anni dopo Rusca anche il pastore evangelico Jürg Jenatsch percorse la stessa strada con la bella moglie Lucia, uccisa durante il Sacro Macello, caricata sulle spalle per seppellirla in terra grigiona; quello stesso Jürg Jenatsch che le ricerche storiche avviate per la causa di beatificazione dell'arciprete Rusca hanno accertato essere uno dei suoi aguzzini.

L'arrivo al passo è stato faticoso, non mi ero più allenata dopo aprile. Qui un vento gelido, che spazzava il cielo da nord mi ha ricordato che eravamo vicini ai 2600 metri. Mi sono accoccolata al riparo di un sasso e fatta scaldare dal sole del mezzogiorno. Ed è qui che don Saverio Xeres ha ricordato la vicenda di Nicolò Rusca, è qui che lo abbiamo ricordato anche noi con una preghiera.