domenica, febbraio 27, 2011

Sondrio città di tesori nascosti. Arte

Le bellezze di Sondrio, sono nascoste. Per scoprirle bisogna osare avventurarsi tra le stradine del centro, aprire i portoni, salire per le scale. Dietro le austere facciate dei palazzi si nascondono loggette e colonnati, saloni barocchi dall’aria vagamente bavarese e stue riccamente intagliate. E’ proprio la scultura lignea con la sua forte carica religiosa uno dei fiori all’occhiello del Museo Valtellinese di Storia e Arte. L’altro vanto locale è la pittura di Pietro Ligari, il patriarca della più famosa famiglia di artisti valtellinesi del Settecento, che Peter von Salis chiamò a Coira per affrescare il suo palazzo, nel vano tentativo di unire la Valtellina ai Grigioni come quarta Lega, ricucendo i rapporti tra cattolici e protestanti dopo l’uccisione di Nicolò Rusca e le stragi del Sacro Macello.

Sondrio città del vino


Il capoluogo della Valtellina, ha soli 22.000 abitanti. I suoi dintorni sono famosi per gli sport invernali e le montagne maestose, frequentate d’inverno e d’estate dagli appassionati di sci e di alpinismo, ma la città dà il meglio di sé nelle mezze stagioni, con le sue vigne, i muretti a secco e i terrazzamenti frutto del duro lavoro di generazioni di contadini. Il Grumello e il Sassella, dal sapore aspro e deciso come queste montagne, sono i vini di questa terra.


Sondrio la città nel cuore delle Alpi. Storia

Sondrio deve la sua fortuna alla posizione strategica al centro della Valtellina, tra le Orobie e le Retiche.
Le prime testimonianze di antichi insediamenti risalgono all’età del ferro: il masso altare di Triangia e le incisioni rupestri di Triasso richiamano da vicino le più famose incisioni della Val Camonica.
Dell’età romana non restano tracce, ma ci sono numerose testimonianze dell’epoca medioevale, a partire da due dei tre castelli che dominavano la città: Castel Grumello e Castel Masegra.

Questo, situato all’imbocco della Valmalenco, sulla via che portava al passo del Muretto e a Coira, l’antica capitale delle Tre Leghe, è l’unico castello che si è salvato dallo smantellamento, disposto dopo il Sacro Macello, dal governo dei Grigioni che dominarono la Valtellina per 3 secoli. Era infatti la residenza della potente famiglia dei Salis, la più nota e influente tra le famiglie grigionesi che si era arricchita con l’acquisto delle cariche pubbliche e il commercio dei vini di Valtellina. Il castello è ora parzialmente aperto al pubblico ed è sede del museo storico sulla dominazione dei Grigioni.

Castel Grumello è invece un raro esempio di castello gemino con una parte residenziale e un’altra con funzione militare. Ora il castello è patrimonio del FAI ed è quindi aperto al pubblico.